CULTURA SPETTACOLI |
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«Gli innamorati» ha concluso la rassegna della
Fita Convince il Goldoni rivisitato
Corrado Andolina
Si è conclusa con "Gli
innamorati" di Carlo Goldoni al Teatro Antonianum, la rassegna "Sabato e
domenica a teatro", curata dalla Fita e giunta alla venticinquesima
stagione. Lo spettacolo, portato in scena in tre atti dall'associazione
culturale "Scena Aperta" di Vigonza, attiva dal 1995, ha convinto non poco
il numeroso pubblico presente nello spazio di via Briosco.
L'ambientazione, trasposta negli anni'50 del Novecento, è quella di una
casa borghese fuori Milano, una casa che tradisce una miseria occultata ma
resa intuibile dalla fame dei servi (perfetti Ellen Biasiotto e Marco
Tacchetto nei rispettivi panni di Lisetta e Succianespole), che di
nascosto mangiano e bevono dal desco dei padroni. Eugenia (Angela Picin) è
innamorata di Fulgenzio (Claudio Galdiolo), il loro amore dovrebbe
convolare a giuste nozze, come poi avverrà, ma è ostacolato dalle paure e
dalla solitudine dei due amanti. I quali si dilaniano per tutto il testo e
lo farebbero in eterno, se Goldoni non decidesse di dare uno scioglimento
a questa commedia dolce-amara. A muovere, inconsapevolmente, la macchina
del matrimonio è l'opportunista Fabrizio (Tommaso Perandin), che introduce
in casa il nobile milanese Roberto (Manuel Donato). L'attenta regia di
Stefano Scandaletti rallenta i ritmi dell'azione, costringe i suoi dieci
attori a gesti precisi, magistrali, ben intervallati dall'accompagnamento
musicale dal vivo e coronati dai calorosi applausi del pubblico.
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